La cacciatrice di storie perdute by Sejal Badani

La cacciatrice di storie perdute by Sejal Badani

autore:Sejal Badani [Badani, Sejal]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-05-22T15:20:18+00:00


Ventisette

Sentendomi ormai a casa mia, sorpasso file di muri di fango con stretti varchi a separarli l’uno dall’altro. Le donne, nei cortili davanti alle loro case, sono indaffarate a battere i panni puliti per eliminare l’acqua in eccesso, o a lavare neonati urlanti nei loro secchi. Intorno a loro, il canto degli uccelli si unisce al cigolio dei carri da buoi di passaggio. Gli uomini, per lo più a torso nudo, frustano gli animali incitandoli ad accelerare l’andatura sotto il sole cocente. Un cane randagio abbaia verso di me, ma perde ogni interesse nei miei confronti nel momento in cui un ragazzino getta un mucchio di bucce di mango ancora gocciolanti sulla strada ricoperta di sterco. Io osservo tutto questo, meravigliata dall’intelligenza umana e dalla capacità dell’uomo di costruirsi, in qualsiasi circostanza, un rifugio da chiamare casa. Questi bambini, in grado di sopravvivere con così poco, sono più forti di quanto io potrò mai sperare di essere.

L’ufficio che si occupa della gestione di proprietà e imposte si trova in un villaggio vicino. La bandiera indiana sventola in cima a un grosso palo. Bambini seminudi corrono in mezzo al sistema di irrigazione installato nel giardino davanti all’edificio, sebbene ormai non sia rimasta molta erba da innaffiare.

All’interno dell’ufficio, tre ventilatori da tavolo sollevano i fogli impilati sulle scrivanie. L’ufficio è angusto, al punto che si riesce a malapena a camminare al suo interno. Al muro è appesa una fotografia in bianco e nero del Mahatma Gandhi. Un uomo e una donna in uniforme sono al lavoro su dei fascicoli. Un altro uomo, in camicia e calzoncini della stessa sfumatura di marrone, mi chiede se mi serve aiuto.

«Sono qui per la proprietà della casa, del mulino e della scuola». Fornisco il mio passaporto così che lui possa verificare la mia identità. «Sono la nipote del proprietario deceduto».

Lui estrae la pratica e ne scorre le pagine. «I suoi zii hanno rinunciato ai loro diritti sulla casa e sul mulino. Sua madre figura come l’unica proprietaria», mi dice dopo aver controllato la mia identità.

Mi consegna la documentazione ufficiale, che comprende le lettere inviate da tutti e tre i fratelli. Scorro le loro lettere e il resto del fascicolo. Infine, l’uomo tira fuori un’ultima lettera e me la porge.

«Questa l’abbiamo ricevuta una settimana fa. Sua madre non è interessata alle proprietà».

«Come?». Prendo la lettera e leggo le due frasi scritte da mamma, in cui dichiara di rinunciare ai propri diritti sulle proprietà. Inoltre, invita il governo a farne ciò che preferisce.

«Ora venderemo le proprietà al migliore offerente», mi spiega quando alzo lo sguardo. «È una buona notizia. Il mulino potrà tornare in funzione. Gli appaltatori locali daranno in locazione la scuola. Suo nonno aveva sempre rifiutato di farlo». L’uomo mi porge le diverse offerte proposte dalle aziende locali. Io le prendo tutte insieme con mani tremanti. «Lei riceverà un generoso ritorno economico».

«Perché mio nonno non ha venduto la scuola?», chiedo, sperando che quest’uomo sia in grado di darmi delle risposte.

«Disse che non spettava a lui venderla». La confusione dell’uomo riflette la mia.



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